Poesie
DEDICATO ALLA COLONIA FELINA – TRILOGIA DEL GATTO
IL GATTO 1
Dal nero fluido
In cui nuotiamo
Di notte,
emerge una creatura luminosa,
cambia il panorama.
Due orecchie come due antenne,
sentirà forse sussurrare dal vento
il manuale d’istruzioni
del mondo,
due occhi che vedono
nel buio della notte,
vedono forse i sottili fili
che legano tutti i viventi
e formano una fitta trama
che è Natura??
Tutte cose che il mondo
Ha celato alla vista
Di noi uomini,
che vediamo solo il maxi schermo,
messo là per nasconderci
la realtà vera.
Nella sua mente,
Annega tutto nel piacere,
Nel relax
Quando d’estate fuori
C’è sole,
nella sua mente
un terremoto
di paura
per un fulmine che taglia l’aria,
divino fra gli animali.
Ivan Vellini
AL GATTO 2
Tu guardi la natura,
la luna,
le stelle,
e non vedi niente.
La civiltà con l’ingegneria
E l’architettura
Dà a tutti occhiali verdi,
non puoi toglierli al lavoro,
né a letto né trombando,
e neanche al gabinetto,
vedi un solo colore,
se li togli
ti bollano “matto”,
e ti introducono
in manicomio.
La poesia,
il codice
che ti dà la combinazione,
si aprono i lucchetti,
si apre la grande porta,
nel bosco a cui arrivi
percorrendo l’arcobaleno,
se ogni volta che tu vai più in là,
l’orizzonte va più in là,
siamo allora ancora più in là;
s’apre l’antico scrigno,
i maremoti fuori da te sono l’immagine riflessa
dei maremoti dentro te
tu sei lo specchio,
così è scritto il verso,
e tutto esiste.
Man mano che la poesia cammina
Lungo il tempo,
ci avviciniamo alla verità,
ciò perché Poesia butta giù l’antico muro,
sentiamo il sentimento , una volta entrati nell’antico regno,
liberi dal teorema di Pitagora,
il sentimento cioè l’unica cosa vera,
ed è parlando dei sentimenti,
di sempre più persone
solo così la poesia può proseguire.
E gli animali?
Anche gli animali sentono.
Dobbiamo imparare dal cane ad abbaiare,
dobbiamo imparare dal gatto a miagolare,
affinché la poesia sia vera anche domani.
Ivan Vellini
AL GATTO 3 (AL GATTO SELVATICO)
Arriva lui,
arriva sul promontorio,
e vede tutta la vallata.
È il gatto selvatico.
E guarda giù,
vede uno strano animale rosa,
due marsupi sulle gambe,
ma nonostante siano marsupi,
ci mette cose inanimate;
di notte fa la muta,
abbandona il suo pelo
e ne mette un altro,
dorme sotto stoffe varie;
questo prende le verdure
ed emette luce e colori
e le verdure danno un odore
forte e inebriante;
si sposta attraverso grandi animali,
dinosauri forse,
entra in bocca
quelli lo portano
e a questi mancano dei denti
e può vedere fuori.
Però poi si chiude
La maggior parte della giornata,
In molti tutti assieme,
In grandi scatole di pietre e sassi,
esce un fumo denso nero
e un liquido scuro,
gli alberi intorno muoiono.
Qualcuno si tocca il petto,
sorge un sole per terra,
e tutti quanti della stessa specie intorno,
muoiono;
hanno rituali d’accoppiamento
per cui spesso uccidono le loro femmine
ed anche i cuccioli.
Che cosa è, il più idiota degli animali?
Ivan Vellini
L’ULTIMA ECLISSE
Arriverà l’ultima eclisse.
Vedrai il tramonto di ogni cosa limitata.
Ogni cosa di cui puoi dire dov’è
La dimensione e la forma.
Ogni cosa che ha un inizio ha anche una fine.
Il sentimento non ha dove o quando,
È infinito, eterno.
Sarà l’unica costruzione, che reggerà questo adorabile terremoto.
Per i demoni fecondata la figlia della terra,
il figlio nascerà dall’inferno,
forma e colori si scioglieranno.
Uomini animali e piante.
Città e continenti, spazio e tempo.
Tutto scomparirà di falsificabile,
Inghiottito e digerito da questo vortice.
Resterà, il non – falsificabile sentimento.
Ivan Vellini
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